Storia delle psicoterapie brevi
La psicoterapia psicoanalitica inizia con il caso di Anna O. di Breuer (1895) ed il trattamento catartico pensato per l’abreazione dei sentimenti e degli impulsi repressi. Nella prima fase della nascita della psicoanalisi viene utilizzata l’ipnosi per accedere all’inconscio e permettere l’abreazione.
Qui iniziarono i primi problemi perché la manifestazione del transfert, i sentimenti di Anna O. nei confronti di Breuer, lo indussero ad interrompere il trattamento. Freud al contrario iniziò ad interessarsi a questo tipo di fenomeno e diede, sulla base delle sue osservazioni, inizio ad una fase successiva basata sul metodo delle “libere associazioni”.
L’essenza delle psicoterapie psicoanalitiche è quella di interpretare le difese per accedere ai sentimenti sepolti, questo tipo di intervento interpretativo muove sentimenti verso il terapeuta associati a figure significative del passato dimenticato, il transfert.
Da questo momento Freud stabilisce quella che è conosciuta come “la regola fondamentale” che stabilisce che la situazione analitica si organizzi attorno alle libere associazioni del paziente e l’attenzione liberamente fluttuante dell’analista. In questa fase scopre il meccanismo della “resistenza”, ovvero una forza che lavora nella direzione opposta.
La prima psicoterapia breve della storia della psicoanalisi fu quella che Freud fece con Emmy von N. che segnò il passaggio dal metodo catartico a quello delle associazioni libere, tutti i primi trattamenti di Freud dopo l’abbandono della tecnica ipnotica hanno la caratteristica della brevità. In questo trattamento Freud comprese l’importanza del transfert, del rapporto medico-paziente ma solo con il suo lavoro con Caterina, la domestica di 18 anni che lavorava nell’albergo alpino nel quale Freud soggiornava. Sapendo che lui era un medico, lo seguì in un’escursione e trovò un momento per parlare con lui ed aprire il proprio cuore parlandogli delle sue sofferenze e preoccupazioni. Questa ragazza ne ebbe un immediato giovamento.
Il caso di Freud più eclatante è quello del suo lavoro con Gustav Mahler che trattò camminando con lui per la città per quattro ore! Dopo Mahler Freud trattò in sole sei sedute anche il direttore d’orchestra Bruno Walter. E’ interessante e paradossale che Freud che si definiva sordo ai suoni e disinteressato alla musica abbia aiutato inizialmente proprio delle figure così importanti nel campo musicale.
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